Avversità della vite: Oidio o Mal Bianco

Le principali avversita’ della vite : Oidio o Mal Bianco
L’oidio è un fungo che colpisce la vite a livello delle foglie, dei fiori, degli acini e dei tralci. Sulle foglie, si manifesta con decolorazioni a macchie, increspature e successivamente con la comparsa della tipica muffa polverulenta biancastra diffusa sulla pagina superiore. Sui grappoli e sugli acini si nota la tipica muffa bianca, al di sotto della quale compaiono zone necrotiche a reticolo che provocano la spaccatura degli acini. Queste lesioni, anche profonde, favoriscono l’instaurarsi di altri funghi come la Botrite e altri patogeni.
Sui tralci attaccati si notano aree reticolate di colore scuro. Nelle infezioni primaverili i tralci rimangono più corti e deboli.
Agente patogeno
La malattia è causata dal fungo Oidium tuckeri e Uncinula necator a seconda della forma riproduttiva in cui si trova.In primavera la malattia può presentarsi molto presto, in quanto, il micelio del fungo svernante (nelle foglie secche o nelle gemme), ha la capacità di iniziare il processo parassitario anche con temperature molto basse. Il fungo cresce durante tutto il periodo primaverile-estivo ed è in grado di penetrare da solo attraverso la cuticola delli acini o della foglia.
Il contenimento dell’oidio risulta particolarmente difficile data la sua particolare adattabilità alle diverse condizioni ambientali:
temperatura da 7 °C a 35°C;
umidità relativa(U.R.) da 25-30% a 80%.
La pioggia tende a limitare la diffusione del fungo.
Lotta
Interventi indiretti
Gli interventi agronomici non hanno un’efficacia diretta sul patogeno, ma, in sostanza, risultano di efficace supporto per la distribuzione dei presidi fitosanitari. Pertanto vengono incoraggiate le tecniche agronomiche quali: sfemminellatura, sfogliatura, e diradamento dei grappoli anche nel caso di questa crittogama.
Interventi Diretti
La difesa dall’Oidio va iniziata precocemente, subito dopo il germogliamento, per abbassare l’inoculo presente nella vegetazione e prevenire l’attacco, specialmente in quei vigneti dove l’anno precedente si è avuto un rilevante danno a carico di questo patogeno.
La difesa anti-oidica si basa sostanzialmente sull’impiego dello zolfo, che può essere abbinato, nei trattamenti liquidi ai prodotti rameici.
L’azione dello zolfo è preventiva, e si manifesta a temperature > 12-15 °C, quando si verifica la sublimazione dello zolfo con produzione di H2S che inibisce fortemente il micelio dell’oidio.
Il numero di trattamenti è molto variabile a seconda della stagione e del luogo. Nelle aree più assolate è consigliabile l’uso di zolfo in polvere.
Lo zolfo è disponibile in diverse forme: in polvere (greggio, ventilato, attivati e ramati) e bagnabile(micronizzati, colloidali).
Lo zolfo pur essendo un prodotto fitosanitario di basso profilo tossicologico, se usato troppo spesso, può indurre squilibri a carico dell’entomofauna utile del vigneto, soprattutto a carico degli acari Fitoseidi, basilari per il controllo naturale degli acari fitomizi (ragnetto rosso).
Altro metodo di contenimento della carica infestante di oidio è rappresentato dall’impiego di un fungo antagonista, “predatore dell’oidio”, l’ Ampelomices quisqualis. Il suo impiego ha confermato i positivi risultati sperimentali, tanto da essere impiegato nei programmi di difesa con metodo biologico in sinergia con lo zolfo.
Infatti questo fungo agisce anche a temperature inferiori ai 10°C, e se posizionato bene nello schema di lotta anti-oidica permette di ridurre i trattamenti a base di zolfo e di contenere il fungo.