Pomodoro, peperone e melanzana. Difesa dai funghi. cancrena pedale

Schede colturali

POMODORO, PEPERONE E MELANZANA    La difesa preventiva dai parassiti  


Cancrena pedale

Tipo di patogeno: fungo . Agente di questa malattia è il fungo Phytophthora capsici . Si tratta di un fungo terricolo la cui attività è favorita dall’elevata umidità del terreno, ristagni d’acqua, temperature comprese tra 10 e 35°C, con optimum a 28°C e una cattiva gestione delle rotazioni; la coltura più colpita è il peperone.

Danni:
  Phytophthora capsici  è la causa del marciume pedale del peperone, di cui, in presenza di condizioni ambientali conduttive (irrigazione a pioggia, temporali, elevata temperatura e umidità relativa), colpisce anche la parte aerea determinando morte delle branche, necrosi delle foglie e marciume dei frutti verdi e maturi.

Interventi: non esistono organismi utili o antiparassitari naturali capaci di contenerne le infezioni, pertanto il parassita viene controllato solo per mezzo di quelle tecniche agronomiche che mirano a mantenere una buona fertilità fisica e biologica del suolo permettendo alle piante di crescere in un terreno ben strutturato (e quindi privo di ristagni d’acqua) ed in cui viva una popolosa e variegata comunità microbica in grado di contenere con azioni di competizione, antibiosi e parassitismo Phytophtora capsici. Nella pratica di campo, questi obiettivi si perseguono grazie all’esecuzione corretta degli avvicendamenti e di un programma di fertilizzazioni attento al bilancio umico (uso di sovesci, letame e compost). 

La difesa va quindi impostata essenzialmente  ricorrendo a tecniche di carattere preventivo:

– utilizzo di piantine sane;
– sesti d’impianto non troppo fitti
– rotazione colturale ampia
– solarizzazione del terreno
– impiego di portainnesti resistenti
– controllare la sanità del materiale di propagazione, acquistando comunque piantine certificate ai sensi  della normativa vigente;
– attenzione alle irrigazioni onde evitare ristagni

Sono commercialmente disponibili varietà tolleranti/resistenti a questo parassita.  

Osservazioni: la coltivazione su portinnesti selvatici resistenti, così come l’impiego di cv. tolleranti/resistenti, hanno senso solo se considerate come misura preventiva di difesa della coltura nell’ambito di un buon programma di rotazioni; non vanno bene, invece, quando sono considerate come misura correttiva (cioè in presenza di terreno già infestato da questi patogeni) in un contesto di monosuccessioni di solanacee o di rotazioni poco ampie e diversificate ; il rischio che si corre è quello di facilitare lo sviluppo di popolazioni di patogeni virulenti.

 

Tab. Metodi di controllo delle principali malattie del pomodoro e peperone