Allevamento avicolo. La scelta della razza

L’allevamento avicolo biologico
L’allevamento biologico delle specie avicole rispetta requisiti specifici che conferiscono alle produzioni (carne e uova) caratteri di qualità.
I principi su cui si basa il Regolamento CE 834/2007 prevedono infatti che l’allevamento sia “legato alla terra” e che si ricorra a razze e a pratiche zootecniche adatte a soddisfare le necessità fisiologiche e comportamentali degli animali, compreso l’esercizio fisico e l’accesso al pascolo.
Per rispettare questi principi generali, nei sistemi d’allevamento biologici, il benessere animale, l’alimentazione, la gestione sanitaria e la scelta della razza, rappresentano quindi elementi essenziali e caratterizzanti.
Proprio l’impiego delle razze locali (“autoctone”) risulta particolarmente adatto all’allevamento biologico e consente di ottenere prodotti alimentari con particolari caratteristiche di composizione e nutrizionali.
L’allevamento di tipo industriale, nel corso degli anni, ha portato infatti alla specializzazione di razze cosmopolite ad elevata produttività, diventate le razze dominanti, che risultano però poco adatte alla produzione biologica per le elevate esigenze alimentari (ricorso costante a mangimi di origine extra aziendale, integratori vitaminici di sintesi e minerali), la minore predisposizione al pascolo e la necessità di frequenti interventi sanitari.
La scelta della razza
Le razze autoctone sono razze avicole locali o adattate che presentano come caratteristica fondamentale la “rusticità”, l’attitudine al pascolo e un accrescimento lento o medio, a vantaggio della loro salute e della qualità delle produzioni e sono per questo privilegiate nell’allevamento biologico.
Queste razze si adattano meglio alle diverse condizioni ambientali e mantengono i comportamenti naturali che permettono loro di sfruttare, in maniera ottimale, lo spazio esterno ed il pascolo con conseguente miglioramento degli aspetti gestionali, dal benessere all’alimentazione, mantenimento dello stato di salute e riduzione dei comportamenti aggressivi tipici dell’allevamento intensivo
L’ingestione di vegetali migliora l’attività intestinale e influisce positivamente sulla risposta immunitaria degli animali; l’adattabilità rende invece possibile realizzare allevamenti con semplici strutture a basso impatto ambientale. Le carni di questi animali risultano più consistenti, magre, ricche di ferro, con un maggior contenuto di sostanze antiossidanti e di acidi grassi polinsaturi (in particolare omega-3).
Gli “ibridi commerciali” (razze selezionate geneticamente) a “rapido accrescimento”, al contrario, utilizzati soprattutto per la produzione di carne, garantiscono un più veloce raggiungimento del peso commerciale (2,2-2,4 kg) ma danno carni meno mature e con caratteristiche nutrizionali e sensoriali inferiori.
I polli utilizzati negli allevamenti industriali (razze pesanti), vengono allevati in minore spazio e non possono pascolare liberamente anche dato il loro peso, eccessivo rispetto a scheletro e muscolatura, soprattutto nelle fasi finali dell’ingrasso.
Le razze di polli a rapido accrescimento sono state selezionate sulla base delle loro attività di “appollaiarsi”, “stare fermo” e “alimentarsi alla mangiatoia” al fine di convertire al massimo l’energia motoria risparmiata in produzione di carne. I polli a rapido accrescimento in condizioni di allevamento biologico stanno dentro e/o vicino al ricovero, piuttosto che pascolare, a causa della debolezza degli arti che determina difficoltà di deambulazione e ostacola l’attività di razzolamento e i comportamenti naturali cinetici.
Per queste ragioni le razze autoctone, oltre ad essere preferite nell’allevamento biologico dove l’origine degli animali e l’adattabilità sono requisiti fondamentali, sono oggetto di diverse ricerche e iniziative finalizzate alla loro reintroduzione e al loro recupero produttivo oltre che alla conservazione della biodiversità.
Fra le razze autoctone più impiegate nell’allevamento biologico per la produzione di uova figurano quelle di razza Ancona e Livornese che controbilanciano le minori performances produttive rispetto agli ibridi commerciali (raggiungimento maturità sessuale e deposizione) con una bassa mortalità e un indice di riforma più basso (minore produzione ma per più cicli).
Principali razze autoctone italiane di polli
Denominazione: ANCONA
Descrizione generale e origine: Razza originaria dell’Italia centrale dove è la più diffusa. Importata dell’Inghilterra intorno al 1848, dal porto di Ancona, fu sottoposta a selezione per ottenere una diversa colorazione del mantello a partire dal colore originario bianco.
Caratteristiche morfologiche: Mantello nero con riflessi verde metallico, pagliettato di bianco. Cresta semplice, diritta, a cinque punte, ben sviluppata; nel maschio è diritta con lobo posteriore molto sviluppato mentre nelle galline è leggermente piegata di lato senza coprire l’occhio. Ali grandi portate orizzontalmente. Coda grande con abbondante piumaggio. Gambe ben evidenti e zampe senza piume, gialle e con picchiettatura scura. Le uova hanno guscio bianco.
Denominazione: LIVORNO
Descrizione generale e origine: La razza Livorno (o Livornese) o “pollo italiano” ha origini non chiare (Italia centrale): il nome deriva dal porto dal quale, nel 1828, questi animali partirono per l’America del Nord. Con le sue numerose varietà a mantello diversamente colorato si è diffusa in tutto il mondo.
Caratteristiche morfologiche: Piumaggio brillante, ricco di riflessi, ben aderente al corpo. Cresta semplice, eretta nel gallo e piegata dopo il secondo dente nella gallina. Bargigli rossi e ovali. Ventre ben sviluppato, caratteristica di una buona ovaiola. Coda portata con un angolo di 45°/50° nel gallo e di 40°/45° nella gallina. La varietà bianca è quella più nota e diffusa per la creazione di ibridi.
Denominazione: PADOVANA
Descrizione generale e origine: Antica razza italiana le cui origini sono tuttora dibattute. Secondo Darwin sarebbe originaria della Polonia, probabilmente giunta in Italia nel 1300. Oltre a essere una razza ornamentale, si presta per l’allevamento da reddito (uova), per valorizzare le produzioni di nicchia.
Caratteristiche morfologiche: La testa, mediamente grande, priva di cresta, presenta un ciuffo voluminoso. Il piumaggio varia da bianco a e può presentarsi bianco, argento orlato di nero, grigio perla, nera, oro orlata nero, sparviero, tricolore, etc. I bargigli sono assenti o appena accennati, ma nascosti dalla barba. Le ali, di media lunghezza, sono portate orizzontali ed aderenti al corpo. La coda è piena, semiaperta nella gallina, larga nel gallo. L’angolo della coda di 40/45° nel gallo e 30/35° nella gallina. Le zampe sono ben evidenti e impiumate. Le uova sono bianche.
Denominazione: SICILIANA
Descrizione generale e origine: Antica razza italiana, un tempo molto diffusa in Sicilia.
E’ quasi sicuramente il frutto dell’incrocio, avvenuto in tempi antichi, tra polli siciliani e polli provenienti dall’Africa Settentrionale attualmente in fase di recupero. La conformazione ne fa una buona produttrice di carne e un’ottima ovaiola, molto rustica.
Caratteristiche morfologiche: Testa di media grandezza con cresta a coppa, regolarmente dentellata, chiusa davanti e dietro, con interno liscio (denti non troppo lunghi). Il piumaggio è abbondante e morbido. Le varietà riconosciute sono di colore oro, nero e bianco. Ali lunghe e aderenti al corpo. Zampe verde salice. Le uova sono affusolate. Il colore del guscio va dal bianco al brunastro chiaro.
Denominazione: ROMAGNOLA
Descrizione generale e origine: Diffusa nella zona che comprendeva la Romagna, l’Emilia sino alla Toscana. Razza rustica resistente a condizioni climatiche avverse.
Caratteristiche morfologiche: Molto comune il mantello argentato, il grigio “argento con fiocchi neri”, rosso dorato “oro fiocchi neri”, bianco e perniciato. Cresta semplice, diritta nel gallo e piegata nella gallina, rosso intenso. Bargigli sviluppati. Le zampe variano dal giallo puro al giallo maculato, al verdognolo al verde scuro.
Denominazione: MODENESE
Descrizione generale e origine: Detta anche “Fulva di Modena” per il colore predominante “fulvo-camoscio”. Deriva probabilmente da incroci tra Padovana, Livorno bianca e Livorno dorata.
Caratteristiche morfologiche: Piumaggio dorato frumento e dorato frumento blu. Cresta semplice con sei o più denti con il lobo che segue la nuca: nella gallina è piegata su un lato e a volte ricopre l’occhio. Bargigli molto lunghi e rossi. Coda grande con attaccatura larga portata ben aperta. Zampe lunghe di colore giallo zafferano.
Accanto a razze ufficialmente riconosciute a livello nazionale, oggetto di diverse iniziative di recupero e di tutela, è possibile individuare alcune varietà originarie della Lombardia.
Denominazione: MERICANEL DELLA BRIANZA
Descrizione generale e origine: Razza nana originaria della Lombardia.Unica razza nana riconosciuto ufficialmente in Italia, sembra comparsa all’inizio del secolo scorso partendo da polli nani allevati allo stato brado. E’ molto apprezzata per le sue doti di chioccia alla quale affidare le uova di selvaggina o di altre razze prive di attitudine alla cova. Attualmente razza da esposizione.
Caratteristiche morfologiche: Cresta semplice, diritta e rossa, nella gallina può essere piegata su un lato senza coprire l’occhio. Orecchioni rossi, pelle e zampe gialle. Il colore del piumaggio è variabile (otto diverse colorazioni); più diffuso dorato e giallo a coda nera.
Denominazione: BRIANZOLA
Descrizione generale e origine: Razza particolarmente pregevole segnalata dal Gonin nel 1925 nella zona della Brianza come razza di polli che sul mercato milanese spuntava un valore commerciale superiore e considerata estinta.
Caratteristiche morfologiche: Descritta come razza a cresta semplice, orecchione bianco, zampe scure e piumaggio di colore bianco argenteo.