Cipolla: tecniche colturali e patologie

Schede colturali in agricoltura biologica
CIPOLLA
Fertilità del terreno
La coltivazione della cipolla può essere preceduta dall’interramento di letame o compost ben maturi, impiegati nella quantità di almeno 300 q/ha.
Sia che venga trapiantata in aprile, sia in ottobre/novembre la cipolla può essere preceduta da un sovescio, purché non sia di sole leguminose e non venga interrato giovane, ma dopo la fioritura.
In caso contrario (e come ultima scelta), s’interrerà un fertilizzante organico commerciale (es. stallatico pellettato, pollina compostata).
La cipolla si avvantaggia molto della presenza di potassio e zolfo: pertanto, secondo le analisi del terreno, si potranno fare delle fertilizzazioni di fondo con solfato di potassio, ma sempre con moderazione; in ogni caso, prima di decidere quale e quanto fertilizzante impiegare, si chieda consiglio ad un tecnico indipendente.
In agricoltura biologica le cipolle vengono sempre trapiantate.
Irrigazione
Viene eseguita a pioggia e, nei modi e nei tempi, non differisce da quella normalmente praticata in agricoltura chimica/convenzionale. Tuttavia va seguita con grande attenzione affinché non interferisca con la gestione della difesa della coltura dalla peronospora.
Consociazioni sembra che la coltivazione delle carote assieme a quella delle cipolle (ma anche dell’aglio e del porro) produca un effetto repellente la mosca della carota (Psila rosae).
Patologie
Queste le più frequenti:
Peronospora
Agente questa malattia è il fungo Peronospora destructor: si tratta di un patogeno assai virulento che diventa pericoloso alla presenza di temperature inferiori ai 28°C, elevate umidità, piogge frequenti e prolungati periodi in cui un velo d’acqua copre la vegetazione.
Il controllo diretto con trattamenti protettivi a base di rame è efficace solo se abbinato a tutte quelle pratiche agronomiche che mirano a creare un habitat poco favorevole al patogeno e cioè l’allargamento delle interfila (per accelerare l’asciugatura della vegetazione dopo una pioggia o la condensa notturna), la scelta varietale (in zone piovose è meglio coltivare varietà tolleranti), evitare che si formino ristagni nel terreno. Siccome le foglie della cipolla sono rivestite da uno spesso strato di cere, è bene miscelare il rame ad un buon bagnante.
Date le caratteristiche della coltura, non è possibile evitare l’irrigazione a pioggia che, pertanto, dev’essere eseguita con attenzione, cercando di minimizzare il numero di ore in cui la vegetazione resta bagnata.
Elateridi
Le specie più diffuse nel nostro Paese appartengono al genere Agriotes.
Gli elateridi sono dannosi allo stadio larvale e sono un problema molto serio per la cipolla; il contenimento delle loro popolazioni è mpegnativo e non può prescindere dall’esecuzione del monitoraggio delle larve (da fare con le apposite trappole) che permette di identificare le specie presenti e la distribuzione spaziale delle loro popolazioni: non si deve dimenticare che lo sviluppo giovanile degli elateridi si svolge interamente nel terreno, dura circa 24 mesi distribuiti in 3 anni solari e che le larve non sono in grado di compiere grandi spostamenti e, pertanto, attaccano le piante comprese all’interno di un certo raggio d’azione.
La rinuncia alla coltivazione della cipolla e delle specie più sensibili è una scelta da prendere in considerazione quando accade che gli appezzamenti sono troppo infestati (per es., per qualche anno non dovranno essere coltivate la patata, le altre solanacee, le cucurbitacee, la lattuga, il radicchio, la carota, il mais, il girasole, gli erbai pluriennali; andranno bene, invece, le leguminose, i cereali autunno-vernini, i sovesci, le brassicacee, lo spinacio, la bietola da coste, il finocchio).