La certificazione in zootecnia biologica

La certificazione in zootecnia biologica

I documenti necessari

La certificazione biologica e’ una certificazione volontaria di prodotto che si esplica tramite il controllo dei processi di produzione: quindi per legge le aziende sono sottoposte a verifiche da parte di Oganismi di controllo  privati riconosciuti dal Mipaf. L’operato degli  Oganismi di controllo e’ sottoposto alla vigilanza del Ministero, delle Regioni e delle Provincie autonome.

Gli Organismi di controllo attualmente operanti in Italia sono 15 ( http://www.sinab.it/ ) alcuni di questi operano nella sola provincia di Bolzano.

L’ operatore che decide di aderire all’ agricoltura biologica scegliera’ un Organismo di controllo al quale notificherà l‘inizio della sua attivita’ e contestualmente lo fara’ alla Provincia o Regione dove e’ ubicata l’azienda.

Il carico documentale all’inizio e quello burocratico a seguire, è notevole e imprescindIibile, poiche’ richiesto per legge dal D.M. 220/95, integrato con il D.M. 18354 /09. Le numerose critiche che  vengono mosse alla pesantezza del sistema burocratico del biologico sono frutto di una mancanza di conoscenza del settore primario piu’ in generale: quale agricoltore oggi e’ dispensato da una quasi quotidiana produzione di carte e documenti?

Nello specifico la notifica zootecnica di inzio attivita’ va accompagnata dal piano d’utilizzo delle deiezioni  sostituibile dal  p.u.a. o p.u.a.s. e dal piano di gestione dell’ allevamento  sostituibile da un eventuale piano di tracciabilita’ aziendale:  per questo tipo di documenti sono spesso forniti dall’   Organismo di controllo prescelto dei prestampati da compilare, e comunque e’ sostituibile anche con un piano descrittivo in cui siano riportate tutte le voci richieste dal D.M. ovvero:

1. programma di reperimento degli alimenti: scheda razione annua, giornaliera per fase fisiologica, utilizzo dei pascoli

2. programma di gestione della rimonta e della riproduzione

3. piano sanitario: misure strutturali e preventive e di ordine veterinario, prodotti utilizzati, misure di profilassi obbligatorie

Questo documento insieme a quello di utilizzo delle deiezioni va inviato in allegato alla notifica  al solo Organismo di controllo, al quale verranno anche comunicati, con revisioni dei documenti stessi, eventuali cambiamenti sostanziali da quanto riportato nella stesura iniziale.
Ogni anno, inoltre, e’ compito dell’ operatore inviare all’ Organismo di controllo il piano delle produzioni, cioe’ la presunta P.L.V. aziendale .

Il tecnico ispettore incaricato della visita in azienda si presentera’ quindi con gia’ una descrizione dichiarata della gestione dei cicli produttivi in azienda e tramite verifiche di campo, e anche analitiche se necessario, certifica la conformita’.

Tutti gli operatori del sistema biologico sono suddivisi per classi di rischio in base a diversi parametri finalizzati a stabilirne l’affidabilita’ : questa  determina il numero di ispezioni annue a cui l’ azienda e’ sottoposta . Maggiore e’ l’affidabilità ovviamente, minori sono il numero di ispezioni annue.

La visita ispettiva

Una  visita ispettiva “tipo“ in un allevamento zootecnico di solito inizia con un sopralluogo in stalla per verificare lo stato degli animali, la loro stabulazione, la corretta identificazione dei capi, continua con il sopralluogo alla sala mungitura, ai magazzini e alle aree di pascolo.

Segue il controllo documentale per il quale sono richiesti sempre: registro di stalla, fatture di acquisto e di vendita, registro dei trattamenti sanitari.

Oltre a questo tipo di ispezioni possono esser previste ispezioni di tipo solo fiscale, per una piu’ approfondita verifica degli acquisti effettuati  a sorpesa, cioe’ senza preavviso, normalmente effettuate per controllare uno specifico aspetto, e infine visite solo di prelievo ovvero finalizzate solo all’ attivita’ di campionamento.

Evidentemente se l’ operatore vuole “ nascondere “ qualche irregolarita’, qualcosa puo’ comunque sfuggire al tecnico ispettore.  Sulla serieta’ e validita’ dei controlli biologici viene fatta ogni tanto polemica: il metodo è controllato ma chi riesce a truffare, truffa. Biologico o no. Resta comunque uno dei sistemi agricoli piu’ controllati in assoluto e quando il prodotto non viene trovato conforme viene declassato a convenzionale, l’ azienda viene sanzionata, arrivando fino all’esclusione definitiva dal sistema biologico.

Se nel nostro Paese si contano 48.509 aziende biologiche certificate per una una superficie complessiva di 1.106,684 ettari significa che la fiducia c’è.

a cura di Anna Maria Baraldi, agronomo zootecnico. Responsabile nazionale zootecnia biologica di I.C.E.A.