Ticchiolatura del pero

Difesa dai parassiti

Le avversità del pero  

La coltura del pero presenta svariati problemi, spesso aggravati proprio da condizioni pedo-climatiche sfavorevoli. Le maggiori difficoltà si incontrano nel contenimento delle avversità, soprattutto Stemphylium vesicarium, afide grigio, Cydia pomonella, Cydia molesta, tentredini, Stephanitis pyri e topo campagnolo.
 
In agricoltura biologica grande importanza hanno le misure preventive di difesa (agronomiche, fisiche, meccaniche) e il ricorso ad antagonisti naturali artificialmente immessi.


Funghi e batteri

Ticchiolatura del pero

Sono soggetti all’attacco fiori, frutti, foglie e rametti.

Sulle foglie compaiono piccole macchie bruno-olivastre che assumono un aspetto vellutato e tendono a diventare grige e a frantumarsi. Raramente si ha un’anticipata caduta delle foglie.

Sui frutti compaiono simili a quelle sulle foglie, ma più definite ed evidenti con inizialmente un colore verde oliva e in seguito nero vellutato. Nel caso di attacchi precoci sui frutti giovani si possono avere deformazioni e forte cascola.
Sui frutti in accrescimento si hanno deformazioni e fessurazioni.
 
In alcune annate gli attacchi si evidenziano solo durante la fase di conservazione (ticchiolatura di magazzino): lesioni puntiformi, a contorno sfumato e spesso numerose su di uno stesso frutto.

I rami vengono colpiti solo allo stato erbaceo.

Il fungo si conserva nelle foglie infette cadute a terra e nei cancri rameali. La penetrazione è diretta.


Misure preventive di difesa

  • utilizzare varietà resistenti e tolleranti
  • evitare l’impianto in zone piovose ed umide
  • effettuare concimazioni azotate equilibrate e distribuire un fertilizzante organico solubile ricco di azoto in autunno per favorire la decomposizione delle foglie cadute al suolo
  • sesti d’impianto e sistemi di allevamento che assicurano un buon arieggiamento e facilitano i trattamenti
  • effettuare la potatura verde per assicurare un buon arieggiamento ed illuminazione della chioma
  • estirpare, se possibile, i frutteti abbandonati di melo, pero e cotogno che si trovino a meno di 50 m       dal pereto biologico
  • effettuare l’inerbimento controllato del pereto, almeno fino a maggio, o permanente, se vi è sufficiente disponibilità di acqua